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L' esperienza
del panico è molto frequente, tanto che ognuno di noi ha nel proprio entourage
di conoscenze almeno un amico o parente che si è rivolto al pronto soccorso in
preda ad una crisi d'ansia, il più delle volte trattata
con un forte dosaggio di ansiolitico.
Il
panico può essere esperito in circostanze le più disparate, in ogni fase della
vita e da chiunque, non c'è niente di più democratico dell'ansia!
Le
sensazioni fisiche raccontate da chi ha vissuto almeno una volta l'attacco di panico sono molto varie, fra
cui: respiro affannoso, sudare copiosamente,
tachicardia e palpitazioni, formicolio agli arti, senso di soffocamento,
perdita di controllo dell'intestino, testa leggera e capogiro. Questo terremoto improvviso innesca un
tentativo da parte della persona di controllare quanto sta avvenendo con il
risultato di aumentare ulteriormente il livello d'ansia percepito e i timori
connessi, anch'essi i più disparati: paura di morire (sto avendo un infarto?),
paura di perdere il controllo e commettere atti inconsulti, di cui ci si
potrebbe pentire o vergognare (se dovesse ricapitarmi in pubblico?), paura per
l'incolumità fisica propria e altrui (se dovesse capitarmi quando guido? Se
accadesse mentre porto i bambini a scuola?).
Il
peso delle macerie che questo breve evento lascia sul terreno, porta il
soggetto a cercare immediatamente spiegazioni per tentare
di capire quanto accaduto.
Il
più delle volte quello che si riceve dalle persone a cui ci si rivolge (dal personale
paramedico a bordo dell'ambulanza al medico di famiglia, dal parente al collega
di lavoro) non sono spiegazioni bensì etichette
(non hai avuto un infarto, soffri di attacchi di panico) e rassicurazioni (di ansia non si muore, è possibile gestire il
panico e conviverci, capita a tutti almeno una volta nella vita, etc.. ).
Se da
un lato ci sentiamo rinfrancati dall'esito negativo dei check-up a cui veniamo
spesso sottoposti per appurare lo stato di salute generale ed escludere
patologie organiche, dall'altro la risposta che riceviamo per gestire quanto
accaduto nella nostra vita è in una maggioranza schiacciante dei casi una sola:
il farmaco. Le possibilità reperibili in commercio sono molte e vanno dai
rimedi omeopatici acquistabili senza prescrizione medica alle benzodiazepine,
che vengono ormai prescritte con estrema facilità da qualsiasi medico di
famiglia. Ma davvero la strada dello psicofarmaco
è l'unica percorribile?
Esiste
una alternativa: l'intervento psicologico.
Lo psicologo è l'unico professionista che
può aiutarti a compiere piccoli passi adeguatamente tarati sulla realtà che
vivi e sulle tue possibilità per ottenere il cambiamento desiderato.
La buona notizia è che di panico si può guarire, ricorrendo alle proprie risorse personali adeguatamente mobilitate e orientate all'interno di una relazione di aiuto efficace.
Per approfondire: "Non c'è notte che non veda il giorno" di Giorgio Nardone, Ponte alle Grazie (2003).
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